Okavango: il senso dello scorrere del tempo che il resto del mondo ha perduto

"Abbiamo visto le splendide cascate Vittoria e siamo andati in barca sulla maestosità dello Zambesi. Mercoledì sera siamo volati a Gaborone, la capitale del Botswana. Poi, da Gaborone alla piccola città di Maun, alle soglie del Kalahari. Qui abbiamo incontrato il pilota Roy, che avevamo contattato da Città del Capo. Roy ha accettato di portarci al Kalahari e al campo di Mark e Delia Owens, e poi nell’Okavango, che si può raggiungere soltanto con i voli privati di piccoli aerei come Tommy. Io in cambio ho accettato di pagare i dollari che lui ci ha chiesto. Che non sono in fondo molto più di quanto chiedano gli altri piloti, ma che hanno sconquassato mica male il nostro budget. Comunque, ne è valsa la pena. Perché il Kalahari è il Kalahari, e perché ho fatto Nicole felice. Al diavolo i quattrini. Quando vedo Nicole come l’ho vista oggi, il resto non ha importanza. Ora stiamo ritornando a Maun, da dove siamo partiti questa mattina. All’aeroporto prenderemo a bordo un passeggero diretto pure lui nell’Okavango, dove arriveremo questa sera. Lì resteremo cinque giorni. A riposarci e a non fare assolutamente niente. E ora dovrei dire qualcosa dell’Okavango. Ma sarà perché vedo Nicole addormentata al mio fianco. Oppure perché adesso il ronzio del motore di Tommy è sereno e regolare. Oppure ancora perché il pilota Roy se ne sta tranquillo, e spero che non dorma pure lui. Insomma, anche a me sta venendo voglia di farmi un pisolo. Dell’Okavango dirò dopo. Mi appoggio a Nicole e ci facciamo un sonnellino a due per i cieli del Botswana. Non capita tutti i giorni."

 

È così che ritroviamo Paolo e Nicole, dopo l'avventura che li ha fatti incontrare e innamorare tra Honolulu, San Francisco e l’Europa: di nuovo in viaggio, ancora innamorati. Questa volta, però, la meta è l'Okavango e - lo avete letto - hanno intenzione di non fare assolutamente niente.

Dobbiamo crederci? Forse nelle intenzioni i due piccioncini - che nel frattempo si sono sposati e hanno pure già fatto il viaggio di nozze in Italia - vorrebbero anche riposarsi, ma la loro curiosità investigativa non potrà di certo sopirsi, soprattutto di fronte a cinque persone che "per motivi diversi non appaiono comodi compagni di vacanza" e per via di un oscuro presagio annunciato da un vecchio anziano di colore: «La morte colpirà presto».

Quel vecchio è fuori di testa? O davvero qualcosa di tremendo sta per accadere? E se il presagio di morte è veritiero, come decifrarlo per impedire il peggio? Mettetevi comodi perché le avventure dei novelli sposi stanno per ricominciare, questa volta sullo sfondo mozzafiato di un magico luogo africano:

«Roy, questo lo scrivono anche i dépliant» obbietto. «Ora ci racconti quello che non dicono.» «Paolo, l’Okavango è pace.» Roy muove la cloche e Tommy, incredibile ma vero, se ne accorge e si alza ancora. «È silenzio, è infinito. È un mare di fiori sparsi a colorare le acque. È un continuo volo di uccelli. È il sonnecchiare dei coccodrilli e il giocare degli ippopotami. È una canoa che scivola tra le ninfee. È il senso dello scorrere del tempo che il resto del mondo ha perduto.» Io e Nicole ci guardiamo. Il pilota Roy è anche un poeta. Un filosofo. Ci stupiamo, e sbagliamo. Perché tutti coloro che, come lui, hanno scelto di vivere in Africa lo sono.

Okavango è già in vendita su Bookrepublic e presto sui migliori ebook store italiani.